Per meglio spiegarvi il nostro progetto 2015/2016 riportiamo qui di seguito il testo del comunicato stampa redatto in occasione della presentazione dello stesso:
Abio e Agd Lecco sono due associazioni vive e presenti all’interno del reparto pediatrico dell’Ospedale Manzoni di Lecco. La prima opera direttamente in pediatria, rivolgendosi a tutti i piccoli pazienti e le loro famiglie garantendo aiuto, un sorriso, divertimento e sostegno durante la degenza; la seconda (occupandosi di bambini diabetici) interviene in ambito più ristretto.
Dall’esperienza delle due associazioni si è notato che purtroppo ancora oggi l’ambiente ospedaliero, non è accogliente e a “misura di bambino”, come molte altre realtà internazionali. Un luogo più consono alla realtà del bambino, creerebbe meno disagi e aiuterebbe nella cura e nell’assistenza. La pediatria di Lecco accoglie ogni anno in media 100/150 bambini. Il contributo del volontariato, a fianco dei professionisti, crea una comunità curante ed educante, favorendo la partecipazione e la corresponsabilità della società nella cura dei minori.
Quando un bambino viene ricoverato un luogo a lui più congeniale può aiutare nel percorso di cura e guarigione. La serenità del piccolo paziente diventa fondamentale nell’affrontare il percorso sanitario di degenza. L’ospedale non può essere vissuto dal bambino/adolescente con ostilità e pregiudizio. La cultura, ancora oggi, nell’immaginario collettivo definisce la figura del medico e dell’infermiera in modo distorto. Grazie all’intervento integrato di tutti coloro che concorrono al benessere del bambino ed ad azioni mirate, questo sentire negativo può essere migliorato.
In collaborazione con Dott. Luigi Gargantini, pediatra e diabetologo, la Dott. Valeria Zerbo, psicologa, è stata creata una scatola contenente tre giochi: C’ERA UNA VOLTA…, MEMORY e PUZZLE.
I disegni sono stati realizzati dall’Arteterapeuta Luisa Colombo.
La progettazione grafica è stata realizzata da alcune studentesse dell’Istituto Tecnico Grafico IIS. Fiocchi di Lecco.
Il gioco in scatola (accessibile alla maggior parte dei piccoli degenti) diviene uno strumento utile ed utilizzabile per facilitare la permanenza in ospedale del bambino nonché la presa di coscienza da parte del piccolo paziente e della sua famiglia della nuova situazione di vita. Il momento dello svago si rivela dunque quale prezioso veicolo per la comprensione dello stato di salute, per il confronto con il dolore e per la familiarizzazione con l’ambiente ospedaliero e tutti i suoi operatori.
Il progetto mette al centro dell’intervento il bambino. Tutte le azioni, l’interagire dei diversi attori del progetto, hanno come obiettivo il bene del bambino. Il momento particolare del ricovero ospedaliero deve avere come scopo, non solo la salute del bambino, ma anche il suo “vivere bene” il momento. Il bambino con le sue esigenze, i suoi tempi di vita in un ambiente accogliente e famigliare.
Crediamo nel primato delle relazioni umane e del “bambino come la parte più debole da difendere” e siamo convinti che ciò alimenti anche la collaborazione e l’integrazione tra tutti i collaboratori che interagiscono con lui.
Il collante che tiene insieme i coprotagonisti del progetto non è il vincolo gerarchico tradizionalmente inteso o i rapporti di forza al suo interno; è invece la profonda condivisione di obiettivi, metodi e conoscenze che supporta l’impegno professionale di ognuno, rende vincente il lavoro comune e motiva l’integrazione tra le culture e le diverse professionalità. Il risultato di questa co-responsabilità umana e professionale è la costruzione di un percorso di cura che viene agevolato anche attraverso il gioco.
Vogliamo farci carico del supporto al volontariato: formazione specifica per incontrare i bambini e le loro famiglie. Il contatto con le scuole affinché i giovani hanno bisogno di “maestri” che siano per loro guida e punto di riferimento professionale e umano. Si impara, vedendo, seguendo.
L’organizzazione del progetto è finalizzata -e non predefinita- alla cooperazione armonica dei diversi attori e dei diversi livelli di responsabilità al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
La rete ha una grande responsabilità – nell’accezione etimologica di “ rispondere a un bisogno, a una esigenza, insomma ad una domanda” del piccolo paziente.
Le scatole gioco sono ora a disposizione delle pediatrie di tutta la lombardia e distribuite gratuitamente solo in collaborazione con ABIO.